C’è stato un tempo in cui giocavamo ai dottori, anzi agli psichiatri. Io nel ruolo di me stesso, Amato invece si faceva chiamare Vannini, dottor Nedo Vannini. Mi avevano detto di assecondarlo e che questo poteva essere un gioco terapeutico per farlo tornare in sé. Ma davvero era sulla via della pazzia? Non credo, però, nel dubbio, gli avevo allestito un bell’ambulatorio tutto bianco nel mio garage sotto casa, a cui si accedeva da una porticina laterale col vetro smerigliato, come si addice a un vero ambulatorio. Lo andavo a prendere in macchina, poi scendevamo ed entravamo nell’ambulatorio...
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