Da NiedernGasse: La casa del poeta, capitolo VIII
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Dopo diversi mesi di degenza, Adelaide fu dimessa dall’ospedale e fece ritorno a casa. Sulla sorte di Amato-Vannini, invece, era difficile pronunciarsi. Si era chiuso nell'ambulatorio e aveva cambiato la serratura, cosicché io non potevo più entrare. Io da fuori gli urlavo:
- Ma che fa? Sono il Trasciatti! Perché si è chiuso dentro? E' ammattito?
Ma lui niente, taceva. Sentivo però raspare, spostare mobili, picchiare, forse picconare. Gli dicevo:
- Vannini, che fa? Si scava la fossa?
Ero preoccupato. Tutti i giorni tornavo e tentavo di farmi aprire, ma senza risultato. Poi, ecco che una mattina mi passò una busta sotto la porta. La busta conteneva una lettera. C'era scritto così:
Vede Trasciatti, io non saprei come spiegarglielo... in realtà io non scavo: dissotterro.
È fondamentale la differenza, sa? Dissotterro altra terra. Non è che voglio fare un buco, capisce? Voglio andare alle origini dell'ambulatorio, andarci proprio dentro, perché scavando scendo anche per chilometri.
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