Da NiedernGasse: La casa del poeta, capitolo X

24.05.2017 21:50

A dire la verità, anch’io, in gioventù, mi ero appassionato ai trattori Landini. Avevo pure scovato, nell’entroterra di Bellaria, un vecchio collezionista che ne possedeva una cinquantina, tutti schierati in un campo dietro casa, tutti oliati e funzionanti. Era uno spettacolo di bellezza meccanica, un colpo d’occhio fulminante. In quel periodo scrivevo per una rivista di viaggi e volli fare un bell’articolo che parlava di mare e di trattori, così da invogliare i distratti turisti balneari a fare una bella gita d’istruzione dal meccanico di quei cinquanta splendidi esemplari.

Non immaginavo che un giorno i Landini sarebbero rientrati nella mia vita, e soprattutto non immaginavo che sarebbe stato un poeta a farceli rientrare. C’è da dire che anche un altro poeta, Tonino Guerra, non era immune dalla fascinazione dei trattori. Infatti, in una lettera scriveva: E' un errore, secondo me, credere che il paesaggio che ci circonda sia quello di cent'anni fa. Per esempio: che nella nostra campagna si vedano ancora molti buoi è verissimo, ma fino a che punto si può dire che il bue fa parte del nostro paesaggio se i primi trattori gialli sono comparsi in qualche podere e i contadini si fermano a guardarli e la sera ne parlano?

 

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