Da NiedernGasse: La casa del poeta, capitolo I

22.03.2017 08:12

Capitolo I

Questo volume nasce sotto i peggiori auspici. Volevo scrivere un libro che cantasse le lodi del poeta Roberto Amato, che ne raccontasse la vita e ne celebrasse l’opera. Ma lui si è opposto. Non credo per modestia, quanto per il timore che non lo celebrassi abbastanza. Però, siccome non ha molti altri disposti a celebrarlo, è tornato sui suoi passi, mi ha detto di sì. Un sì che un pochino continuava ad essere un no. Diciamo che, in mezzo a mille tentennamenti, egli ha messo in atto una strategia di resistenza passiva, di non collaborazione, il suo motto è stato: «Non approvo ma consento». La lotta si è fatta via via più difficile con l’avvicinarsi della scadenza di pubblicazione. L’ultima volta che sono andato a trovarlo ho penato non poco per entrare in casa sua. La porta, che pure non era chiusa a chiave, faceva fatica ad aprirsi, sentivo un impaccio, un peso molle e greve che impediva alla porta di girare sui cardini, come un sacco imbottito che fosse appoggiato dal dentro. Non era un sacco, era Amato stesso che, sdraiato in tutta la sua lunghezza come un pesante rotolo di stoffa, cercava di impedirmi l’ingresso. Non parlava, non fiatava, non aveva il coraggio di dirmi no. Per questo l’ho odiato. Stava lì in terra come uno smisurato siluro appena pescato, boccheggiante. Ma nel fondo dell’occhio gli brillava, appena percettibile, una recondita soddisfazione.

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