Caro Matteo,
se fossi un re censore
ti recensirei senza censure,
ma non so più parlar di versi
se mai ne fui capace.
E dove poi?
Non scrivo sui giornali.
Ma del tuo libro qualcuno dovrà dire
qualcosa di sensato,
la sua leggera gravità,
la sua giocosa
saggezza quotidiana.
Se di errore si tratta
- perdonami la svista -
non me ne sono accorto.